E’ diffusa l’opinione che l’imporsi qualcosa, che si tratti di una disciplina di comportamento o semplicemente fare esercizio fisico quotidianamente, in qualche modo implichi la rinuncia ad un pezzo di libertà personale.
C’è chi associa alla parola disciplina il negare a se stessi i piaceri della vita, il ridurre le proprie scelte e la propria indipendenza.
Vi propongo un punto di vista da praticante di arti marziali…
Le illusioni
Si tende a pensare che nei momenti in cui “seguiamo le nostre emozioni” o “facciamo la prima cosa che ci viene in mente” stiamo esercitando la nostra libertà di espressione. Davvero in quei momenti abbiamo la libertà di scelta? Per capirlo basta chiedersi: “sono in grado di rinunciare a fare questa cosa”?
Invito a riflettere su quante volte si fanno cose che si sa di non dover fare, o su quante volte ci si lamenta delle conseguenze di un’azione che: "a saperlo prima..."
Il punto di partenza
Uomini ed animali vogliono fondamentalmente una cosa: essere felici.
Tutto quello che facciamo, al netto delle motivazioni del momento immediato, ha lo scopo di farci ottenere la felicità.
Detto questo, se un’azione porta come conseguenza una sofferenza per chi l’ha compiuta, si può dire che sia stata compiuta in totale libertà?
le due catene
prima catena
Una catena che indossiamo è l’ignoranza: Il non sapere che un’azione che porta una gratificazione nell'immediato darà un problema più grave in futuro è il primo condizionamento che porta all’ illusione della libertà.
Da amante dei dolci posso far fuori un’intera Sacher… ma se penso a quanto starò male dopo, mi limiterò ad una fetta… abbondante…
Durante una serata beviamo un cocktail, allentiamo i freni inibitori e cominciamo a ridere e scherzare e ci divertiamo. Pensiamo che bere alcolici ci rende felici, e continuiamo a bere fino ad ubriacarci ed il giorno dopo passeremo la giornata scontando quei pochi momenti di allegria.
la seconda catena
Dopo aver sperimentato un piacere, tendiamo a ripetere le azioni che ci hanno portato quella sensazione. Ripetendo delle azioni acquisiamo delle abitudini. Visto che spesso agiamo per ignoranza non è detto che le abitudini che abbiamo preso siano tutte positive!
L’abitudine a reagire con rabbia ad una situazione ad esempio è un difetto che acquisiamo, non è innato, non è parte della nostra natura; infatti possiamo abbandonarlo.
La vera libertà: Scegliere le nostre abitudini
Siamo davvero liberi di decidere se rimanere a letto invece di alzarci presto per allenarci?
Scegliamo liberamente di restare al pc a guardare l’n esimo video su youtube?
In generale l’adottare una disciplina serve ad avere un metodo per prendere abitudini sane, serve ad avere una check list per non procedere a caso.
L’adottare una disciplina è il mezzo per ottenere una vera libertà.
Non e realistico pensare di poter "resistere ad una tentazione” nel momento in cui si viene sollecitati!
Occorre essere pronti. Occorre essere addestrati!
Nel momento del bisogno si agirà in accordo alle proprie abitudini. L’unico modo che abbiamo per essere sicuri di agire liberi da condizionamenti è di acquisire abitudini “virtuose”, e l’unica garanzia è di adottare consapevolmente una disciplina di comportamento.
Da praticante di arti marziali ho sempre avuto ideali di disciplina e rispetto, ma è stato dopo aver intrapreso gli studi di psicologia e filosofia secondo la tradizione del Buddhismo Tibetano che ho cominciato a vederli come strumenti per realizzare una reale libertà personale.
Secondo questa filosofia, l'uomo è condizionato dai difetti mentali (ignoranza, rabbia e attaccamento) e non ha una completa libertà di scelta. Attraverso la pratica (ovvero... adottando una disciplina) può sviluppare la mente in una direzione virtuosa familiarizzando con abitudini virtuose.
Mi ha sempre fatto piacere trovare conferme in ambiti molto diversi da quelli in cui ho appresoquesti concetti.
Tra i più recenti Cito il libro dell’ex istruttore dei Navy Seal Jocko Willink: “Discipline equals freedom: a field manual”.
Un "manuale operativo" su come usare la disciplina per ottenere la libertà.
L'autore ora si occupa di coaching e mentoring ed ha per clienti diverse aziende.
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Adottare una disciplina di condotta non vuol dire ritirarsi a vita monastica, ma banalmente decidere di adottare accorgimenti su base quotidiana.
Alcuni esempi:
- Svegliarsi presto per fare attività fisica.
- Non consumare in eccesso alcuni cibi o bevande
- stabilire un numero massimo di sigarette da fumare in un giorno.
- Stabilire un orario oltre il quale non accendere il pc, o spegnere tablet e smartphone
Spero che gli esempi riportati chiariscano un punto fondamentale: disciplina non vuol dire auto flagellazione, o mortificazione!
Disciplina vuol dire stabilire in modo metodico cosa fare per poter realmente essere liberi da condizionamenti.
Nell' I-Ching, libro dei mutamenti, l’esagramma 60 “la delimitazione” esprime molto bene come dovrebbe essere vista la disciplina. L’immagine dell’acqua sopra il lago:
1 - un corpo d’acqua lo si definisce fiume, mare o lago proprio per la presenza dei suoi limiti.
2 - anche nella limitazione va applicata la giusta misura.
In "Full Metal Jacket" c'è un esempio di quella che nell'I-Ching viene chiamata "amara delimitazione"; il portare all'eccesso l'applicazione di una regola.
In cosa consiste l'eccesso dipende dalla situazione, quindi fino a che punto applicare una limitazione va valutato caso per caso, poichè il vero scopo di adottare una regola è quello di essere liberi.
I-Ching
L'edizione che consiglio è l'adelphi con la prefazione di Jung, e ricca di commentari e spiegazioni.
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