Il Dalai Lama deve essere anche un maestro di Tai Chi.
Sono giunto a questa conclusione dopo aver riflettuto su un articolo che ho scritto per il magazine “Egoista Lungimirante”.
Il titolo del magazine mi ricorda un insegnamento in cui Sua Santità invita ad essere “egoisti intelligenti” e fare ciò che porta un reale e duraturo beneficio per se stessi.
La strategia del praticante di Tai Chi è di non affrontare forza con forza, ma accogliere la forza di un aggressore e ridirigerla.
Vediamo come il Dalai Lama si è mostrato Maestro anche in quest’arte…
E’ diffusa l’opinione che l’imporsi qualcosa, che si tratti di una disciplina di comportamento o semplicemente fare esercizio fisico quotidianamente, in qualche modo implichi la rinuncia ad un pezzo di libertà personale.
C’è chi associa alla parola disciplina il negare a se stessi i piaceri della vita, il ridurre le proprie scelte e la propria indipendenza.
Vi propongo un punto di vista da praticante di arti marziali…
La mia proposta alle aziende mira a ridurre e prevenire lo stress lavoro-correlato e il fenomeno del “burnout”.
Ho chiesto al Dott. Bonzanini, Psicologo Psicoterapeuta specializzato in Psicoterapia Breve Strategica attivo dal 1993 ad Aosta, Milano e Torino, di aiutarmi a definire e inquadrare il problema.
Nella decima puntata della terza stagione del Trono di Spade c’è una scena geniale!
In pochi minuti sintetizza in modo efficace cosa dovrebbe essere l’assertività; una parola che oggi si sente molto in corsi di crescita personale, e che viene facilmente fraintesa.
Ci sono tre atteggiamenti che bloccano o rendono la comunicazione inefficace.
Nell'insegnamento buddhista si paragona chi ascolta ad un vaso in cui chi parla tenta di versare dei contenuti. Chi ascolta dovrebbe evitare i tre difetti di un vaso:
Vediamo insieme come questa analogia sia utile in diversi ambiti professionali o di semplice vita quotidiana.
Cosa facciamo appena ci troviamo ad affrontare una situazione difficile o di sofferenza?
Cerchiamo di risolverla! Cerchiamo di “chiudere la questione” ed andare avanti.
Sembra ovvio e corretto, ma è davvero la cosa giusta da fare?
Perché sembra che i problemi risolti si ripropongono?
C’è una consuetudine che ha ormai preso piede nel mondo del lavoro; usare termini inglesi!
Business, meeting, manager, project manager…
Oggi si sente spesso il termine "coaching" o "coach".
Sembrerebbe essere nata una "nuova" professione... ma è proprio così?